EMPLOYEE COMMUNICATION

EMPLOYER BRANDING

WORK LIFE BALANCE

MASSIMO BENEDETTI EMPLOYEE COMMUNICATION

TIME CARE

COACHING

PER FAVORE NON CHIAMATELO WELFARE

COME FANNO I NUMERI A MOTIVARE LE PERSONE?

ADDIO AI CAPI ''NON VEDO-NON SENTO-NON PARLO''

AIUTO! STANNO DIVORANDO TUTTO IL MIO TEMPO!

SE L'INTRANET È UNA FERRARI PERCHÈ LA PORTATE SULLE STRADE DI CAMPAGNA?

COMUNICAZIONE INTERNA E HR: NON PUÒ CHE ESSERE VERO AMORE

I VALORI SONO COME I POMODORI

COACHING UMANISTICO? SI GRAZIE!

Le aziende non sono delle mamme. Anche se alcune di esse possiedono i loro difetti piu' brutti. E' ora di parlare di dialogo fra adulti e di mandare definitivamente in pensione l'azienda ''familiare/padronale'' per lo meno per quelli che sono i suoi principali difetti.

 

 

Quello che oggi viene chiamato welfare e' spesso una pura e semplice evoluzione delle vecchie convenzioni. Invece di segnalare sconti stipulati con alcuni fornitori si erogano servizi time-saving o poco piu'. Le aziende spesso si copiano e si consultano in un ''giochino'' a chi ha l'idea piu' innovativa.

 

Intendiamoci e' sempre un piccolo passo avanti ma ragioniamo insieme perche' non basta. Preferisco parlare di worklife balance perche' nel concept anglosassone c'e' la semplicita' di un accordo che porta un contributo all'equilibrio, sempre piu' precario, fra vita professionale e vita privata.

 

E' un problema di:

 

- PRESUPPOSTO

 

- CONOSCENZA

 

- COERENZA

 

 

 

PRESUPPOSTO

 

Le aziende vogliono fare soldi (desiderio piu' che legittimo in un'economia di mercato) e non sono delle mamme. I dipendenti desiderano portare a casa i loro stipendi e, se possibile, crescere in un ambiente meritocratico.

 

Lasciamo perdere in questo momento un'aspirazione etica a cui dovrebbero anelare tutte le imprese, anch'esse costituite di uomini, che dovrebbero disegnare una societa' migliore. Mi accontento di rimanere nei semplici fatti. Il patto fra adulti dovrebbe essere: Io (impresa) voglio fare soldi e per raggiungere questo fine voglio mettere Voi (miei collaboratori) nelle migliori condizioni di lavoro possibili.

 

Dopo le ''stagioni'' della formazione, dei percorsi di carriera e della valutazione delle prestazioni, dobbiamo riconoscere ai collaboratori nuove leve motivazionali e comprendere il loro anelito di soddisfazione ''globale'', perche' questa sara' la forza dell'impresa.

 

Aumentare le dinamiche retributive, in tempo di crisi, e' un'azione poco percorribile e, comunque, non sempre aiuta i nuovi bisogni dei collaboratori, sempre piu' impegnati nella gestione della famiglia (bambini e anziani) e nella ricerca di un po' di ''spazio'' personale.

 

 

 

CONOSCENZA

 

Qualche volta le imprese pensano che il solo fatto di ''dare qualcosa'' ai propri collaboratori che non sia incluso nel contratto debba essere salutato con favore e riconoscenza. Se realmente sta a cuore all'impresa la loro soddisfazione, credo che la cosa migliore sia chiedere quello che gli stessi desiderano.

 

Per non creare false aspettative si potrebbe procedere in questa maniera:

 

1 -  Si realizza una semplice indagine (meglio se quali/quantitativa) sui bisogni di work life balance

 

2 -  Si realizza una graduatoria delle iniziative piu' attese

 

3 -  Si sceglie (avendolo dichiarato prima dell'indagine) l'iniziativa piu' ''votata'' che sia realizzabile incrociando il budget e l'operativita' aziendale.

 

Si eviteranno, in ultima analisi polemiche su presunte scelte arbitrarie della Direzione.

 

 

 

COERENZA

 

Nelle indagini condotte in questi anni e' capitato di assistere nella stessa azienda a situazioni di incoerenza. E' il caso, per esempio, dell'azienda che realizza l'asilo interno ma non riesce ad evitare molte difficolta' alle mamme appena rientrate dalla maternita'.

 

Il tema e': esiste una reale politica globale di sostegno della RISORSA UMANA? Se si vuole pensare alla ''salute'' dei collaboratori nel senso piu' ampio possibile bisogna cercare di essere coerenti, nelle comunicazioni e nei fatti.

 

E' importante uscire dal ''recinto'' del HR Manager e coinvolgere tutti i capi. Sono loro i fautori del successo di qualsiasi politica di work life balance.

 

 

.Analisi dei bisogni di WORK LIFE BALANCE

.Proposta strategica che sviluppi la nuova cultura a tutti i livelli

.Interventi concreti sulle aree: relazionale, time saving e family personal life balance